Sorridi e sii felice ... Sorridi e dona l'Amore a chi ti è accanto. Sempre. La Vita è un attimo.
Non portiamo rancore e diamo tempo alle cose importanti perché tutto può andar via in un momento .... Ed è difficile accettare che il dolore e la gioia siano le due parti opposte della stessa medaglia .. Amare è la chiave.
nel mio pezzetto di cielo guardo questo muoversi invisibile di gente che passeggia indifferente sull'asfalto ricoperto di parole vuote l'ipocrisia del tempo che viviamo tutta questa pioggia amara le lacrime del nostro fratello affamato di verità stretto alle parole di chi mente di gente che passeggia indifferente in quegli occhi vuoti di speranze La Vita e la Morte in un attimo sciolte nello stesso bicchiere rotto dal vetro così bello che non ti accorgi del pericolo che nasconde Sdraiata inutilmente nel mio pezzetto di cielo la stessa cattiveria che sento ricopre le mie mani inutili questo male senza senso a cui nemmeno il mio Dio sa dare una ragione
Ricordo bene quel giorno in cui mi donasti il tuo sorriso dolce c'era il sole caldo e accogliente ricordo le tue mani piene di viaggi da raccontarmi seduta sul bordo della tua malinconia ti ascoltavosenza fretta i tuoi occhi sussurravano speranze e la casa sul mare che avevamo costruito pareti di sabbia dorata aperte al cielo decorata di conchiglie e piccole pietre raccolte insiemequando la luna prendeva per mano la mia gioia e la conduceva a sposarsi con la realtà dei doveri sempre lì come un rifugio ogni tua parola per scappare quando la quotidianità stringeva il respiro sapevi rassicurare ogni paura. Ricordo bene quella notte in cui piovve così tanto che non sapevo più distingerla dalle lacrime sul mio viso mi dissi addio con fretta e semplicità la voce forte ma quasi a sussurrare il dubbio dietro un corpo ora ricco di inutilità figlia dei sogni che nascondevo dietro la sincerità avrei lasciato volentieri la rabbia scivolare in quell'acqua rabbia che invece come fiamma continuò a far male la pelle ricoperta di bugie tanto che il sole faceva ribrezzo. Ricordo bene quell'alba le mie mani affondare piano piano nella luce che veniva scivolare ogni amarezza dopo il tempo trascorso a bucarsi l'Anima con il rimorso nella notte stanca che andava via stava rinascendo negli occhi dipinti del domani la mia voglia di riprendere a sorridere.
giovedì, giugno 18, 2009
Chiudo gli occhi tocco quella pace con la voce del silenzio chiudo gli occhi lacrimano giorni sulla pelle ricordo che c'era la neve e l'odore del fieno quella casa sempre aperta alla vita le corse a piedi nudi sull'erba bagnata la spensieratezza dell'infanzia il tempo della bellezza perduta senza dubbi senza paure i sorrisi sulla rossa bocca gratuiti come una felicità ora camuffata da dionisiache vesti quella luce così forte senza fare mai male per volare bastava aprire le braccia al cielo chiudo gli occhi l'asciutta verità scivola oltre il calendario chiudo gli occhi sento solo il respiro del mare le mani trasudano di stanchezza ora che volare é faticoso ora che sognare è un privilegio concesso a pochi chiudo gli occhi e assaporo ancora quell'età meravigliosa forse perduta vorrei di nuovo le mie ali fatte di carta per volare come prima ora che ho perso la strada verso me stessa
svaniscono le foglie pezzi di me tra le stelle scende dolce la pioggia pezzi di ricordi bellissimi tra le lacrime si confonde un sorriso scivola la malinconia che sento nella notte che viene raccolgo pensieri di carta nell'estate che nasce pezzi di noi inseguendo il passato tra le righe di impressioni tristi su una pagina bianca disegno l'emozione della nostalgia di un tramonto scrivo delle foglie che cadono come pioggia a dare freschezza tra le stelle di un'altra notte inutile incertezze e pugni nel cuore e libertà tra sospiri e verità pezzi agrodolci di un'esistenza e mentre questa luce a poco a poco svanisce con indifferenza e senza far male si affaccia l'incertezza tra gli occhi quella meravigliosa incertezza precario salto nel vuoto che aspetta solo me
Il film racconta la storia vera di un dottore (Oliver Sacks, nella finzione Malcolm Sayer) che, nel 1969, scopre l'effetto positivo di un nuovo farmaco, la L-DOPA, sulla scorta delle nuove evidenze che il farmaco stava allora acquisendo nella terapia del morbo di Parkinson. Egli somministra questa "medicina" ad un paziente affetto da catatonia. Questo stato rappresentava l'evoluzione finale dei danni cerebrali provocati, decenni prima, dall'encefalite letargica, che complicò l'epidemia di influenza, nota come spagnola, nell'arco di tempo 1917-1928. Il dottor Sayer osservò una somiglianza tra la condizione dei pazienti catatonici a cui somministrò la levo-dopa e l'amimìa e acinesìa tipiche dei pazienti parkinsoniani. Leonard Lowe (interpretato da Robert De Niro) e il resto dei pazienti vengono risvegliati dopo aver vissuto per decenni in stato catatonico e si ritrovano a vivere una vita del tutto diversa dalla precedente.
Sayer ha rimosso tutti i suoi pazienti da uno stato quasi incosciente ma, col passare del tempo, capisce di non poterli fermare dal ritornare di nuovo nello stato "dormiente". La Levo-dopa infatti dà rapidamente assuefazione, da qui la necessità di un continuo incremento del dosaggio, con la comparsa degli effetti collaterali tipici come tic, movimenti involontari, allucinazioni e cambiamento dell'umore con note di aggressività e deliri persecutori. Leonard Lowe, il primo paziente ad essere "risvegliato", è anche il primo a sviluppare gravi problemi a causa degli effetti collaterali del farmaco, e tutti gli altri pazienti non vogliono arrivare alla sua stessa situazione. Col passare del tempo, Leonard comincia ad avere spasmi per tutto il corpo, a fare fatica a muoversi ed a parlare a causa dei frequenti tic. Leonard, comunque, chiede a Sayer di continuare a dargli la medicina, di controllarlo e di filmarlo poiché vorrebbe un giorno contribuire alla scoperta di un medicinale che potrebbe salvare la vita ad altri. Egli si interessa inoltre ad una donna di nome Paula, il cui padre è uno dei pazienti dell'ospedale.
Leonard e Sayer, inoltre, si scontrano con l'amministrazione dell'ospedale che si rifiuta di permettere loro di far uscire i pazienti. Sayer, riluttante, accetta la decisione mentre Leonard vuole cominciare a vivere la sua nuova vita dopo essere stato per molti anni addormentato. Presto però Leonard torna al suo stato catatonico, e ciò si rivela molto difficile da accettare per le infermiere, per Sayer, ma specialmente per la madre di Leonard. Sayer dice al gruppo di assegnazione dei donatori dell'ospedale che, sebbene il "risveglio" non possa essere totale, può essere una ripresa di vita anche solo per un piccolo periodo. Sayer, tuttavia, si sente depresso per non essere riuscito a "risvegliare" del tutto Leonard, ma Eleanor gli rivela che Leonard lo considerava il suo migliore amico. Sayer, ricordando il consiglio dello stesso Leonard di vivere ogni minuto della vita, chiede a Eleanor di uscire a prendere una tazza di caffè insieme.
Film che mi ha emozionato in modo indescrivibile ... dolce, reale e doloroso scorcio come la nostra stessa Vita, con la straordinaria interpretazione di R.De Niro e la musica che ha saputo tinteggiare la trama con altrettanta delicatezza e bravura ...
Ecco una delle scene più emozionanti del film:
Ed ecco la colonna sonora del film con alcuni degli spezzoni:
Se non lo avete visto ve lo consiglio ... ne vale davvero la pena.
lunedì, giugno 08, 2009
" L'Amore é un fiore spontaneo non una pianta da giardino "
In attesa di risposte che non verranno della luce di un'alba che sappia darmi coraggio di parole che vorrei udire in attesa di un sorriso che é sepolto nel rancore delle splendide stelle dentro cui sognare per attaccare alla loro coda lucente i desideri mancanti in attesa che il mare riprenda a parlarmi come prima sciogliendo l'amarezza dalle labbra secche di gioia e donando ancora bellezza alla pelle ansiosa di certezze In attesa che questa paura vada via per sempre per riprendere a volare nel mio cielo ....
la pioggia purificatrice fredda leggera respiro l'odore di questa pioggia chiudo gli occhi e i ricordi tornano a ieri sorrido al pensiero che partoriscono le mani tu mi guardi e mi chiedo .. ... cosa vuoi da me? respiro l'odore della pioggia chiudo gli occhi e sento quell'unica musica lacrime splendide a confondere il passaggio non voglio tornare indietro non voglio che i miei occhi sanguinino ancora non voglio stare più così male da sentire pugnalare l'Anima la pioggia accogliente abbraccio nella notte respiro il tuo odore e confondo la tristezza nelle stelle non riesco più a fidarmi le bugie sono state troppo e adesso anche le carezze fanno male .. tu mi guardi e io mi chiedo .. ... cosa vuoi da me? tu cerchi il mio abbraccio .. ma dopo quello che mi hai fatto posso solo respingerlo la pioggia purificatrice fresca allontana ogni male ....